Le banche britanniche? Vogliono tutte collaborare con società FinTech per soddisfare le esigenze dei clienti. Secondo una recente indagine dello specialista di transazioni via carta di credito Fraedom, l’84% delle banche del Regno Unito è aperta a una forma di partnership con una FinTech: il 36% sostiene che se ne servirebbe per migliorare la propria customer experience, mentre un ulteriore 36% per ottenere maggiore visibilità.
“La mancanza di competenze interne alle banche le spinge in questa direzione”, spiega Kyle Ferguson, Chief Executive Officer di Fraedom. “Le banche stanno iniziando a capire che queste forme di collaborazione consentirebbero di superare i propri limiti e di beneficiare di tecnologie innovative senza investire tempo, soldi e risorse nel loro sviluppo”. Tuttavia il 38% delle partecipanti al sondaggio preferirebbe focalizzarsi sullo sviluppo in-house e un ulteriore 40% si dichiara preoccupato per i potenziali rischi di sicurezza emergenti da un legame con una FinTech, così come dalle sfide poste dall’integrazione della tecnologia legacy.
“Molte delle barriere alla collaborazione dipendono dalla percezione errata delle banche: in effetti le partnership possono aiutarle a vincere molte delle sfide sul tappeto”, aggiunge Ferguson. “Più precisamente, le FinTech possiedono la conoscenza e le tecnologie necessarie a mitigare la carenza di capacità interne e i budget insufficienti, così come soluzioni che possano essere implementate out of the box, senza mettere in piedi costosi sistemi di sviluppo interno. Inoltre queste soluzioni sono utili anche per la futura roadmap richiesta alle banche, non solo per soddisfare i requisiti attuali”.
Il numero di deal che hanno coinvolto le FinTech sono cresciuti negli anni recenti (nella prima metà del 2018 sono ammontati a 40 miliardi di sterline per 141 transazioni), ma lo spazio di crescita è ancora enorme.