Che cresce esponenzialmente in quantità e in qualità
Un anno dopo gli appelli di Guido Rosa, il presidente dell’associazione italiana delle banche estere, e del presidente della Consob Giuseppe Vegas affinché Milano strappasse a Londra il ruolo di capitale europea della Finanza, è il Fintech a tirare la volata e a gettare le basi perché dai proclami si passi alla realtà. Da qualche giorno è nata ItaliaFintech, un gruppo di lavoro che riunisce i principali attori del comparto operanti nel Paese che, insieme, hanno l’obiettivo di agevolare l’accesso di imprese e privati ai propri servizi Fintech semplificandone la comprensione e fruizione. Contribuendo al contempo ad alimentare il dialogo con Istituzioni e operatori tradizionali al fine di tradurre il potenziale di crescita del mercato in trend concreti di sviluppo.
Segnali che si moltiplicano. Nel 2017 Deloitte aveva incluso per la prima volta il nostro Paese nella classifica dei Fintech Hub al mondo: in particolare indicando Milano come la città che meglio si presta a consentire la nascita e lo sviluppo di Startup Fintech, data la presenza di numerosi hub a sostegno delle startup Innovative, nonché per esser la sede di Borsa Italiana e per ospitare molti investitori e Big Tech companies come Google, Cisco, Microsoft o Facebook. Inoltre, sempre nel 2017, era stato inaugurato il Fintech District su iniziativa di Banca Sella per convogliare e incentivare tutte le iniziative nuove nel comparto (ne abbiamo parlato qui).
L’Italia è arrivata in ritardo sulla scena globale della disintermediazione finanziaria, ma ha saputo colmare il gap ed esprimere eccellenze che si sono già distinte in un contesto globale. Per lo più start up nate nell’ultimo triennio, che impiegano più di 300 dipendenti, lavorano con oltre 425mila clienti in Italia (920mila in Europa) e hanno intermediato risparmi e finanziamenti per 450 milioni di euro.
Inoltre il comparto ha mostrato tassi di crescita del 300% anno su anno e mentre a Londra gli investimenti si sono ridotti del 34% (principalmente causa della Brexit, come spiega PwC in un report), gli investimenti in start up Fintech in Italia sono ammontati nel 2016 a 33,6 milioni: una briciola rispetto ai 22 miliardi investiti nel mondo, ma in crescita dell’80% anno su anno, sempre secondo PwC. Crescita non solo quantitativa: per la prima volta, lo scorso novembre, una società italiana, segnatamente Satispay, è entrata nella classifica “FINTECH100 LEADING GLOBAL FINTECH INNOVATORS”, che designa quali sono le Top 100 aziende Fintech al mondo secondo da KPMG e H2 Ventures.
Secondo i dati del Registro delle Imprese, in Italia sono presenti oltre 7.200 start up innovative (maggio 2017) di cui 235 categorizzabili come realtà operanti nel comparto Fintech (fonte: PwC).
PwC ha catalogato le imprese in base alla sottocategoria a cui appartengono: la gran parte delle Fintech è nell’area Altro Crowdfunding; “il secondo cluster per numerosità è quello delle Fintech con offerta specifica in ambito Wealth & Asset Management, che raggruppa tutte le aziende specializzate in attività di Robo Advisoring & Financial Planning (es. Moneyfarm), nonché gli Alternative Investments, (realtà di Equity Crowdfunding). La restante parte offre soluzioni in ambito Payments – comparto che risulta essere il più maturo oggi, e comprende le realtà con offerta volta ad innovare il mondo dei pagamenti: dal Peer to Peer Payment (es: Satispay), a Technology Provider di soluzioni che abilitano pagamenti digitali – (come Jusp). Seguono il Lending, che raggruppa tutte le Fintech che innovano il comparto dei prestiti personali, crediti e mutui attraverso piattaforme social e di collaboration; i Capital Market & Trading – aziende che offrono tecnologie e soluzioni innovative a supporto delle attività di trading di professionisti e investitori privati; le Fintech di Money Management – tutte le soluzioni a supporto della gestione finanziaria di clienti Retail (Personal Financial Planning), soluzioni che consentono di pianificare il risparmio e soluzioni di tesoreria per aziende di piccole e medie dimensioni.”
A ItaliaFintech partecipano, insieme a BorsadelCredito.it, Conio, Credimi, Epic, Fifty, Housers, Lendix, Modefinance, Moneyfarm, N26, Oval Money, Prestiamoci, Raisin, Satispay, Soisy, Soldo, Virtualb, Workinvoice, Younited Credit. L’associazione, che sarà presieduta a turno da ognuno degli aderenti, ha eletto per il primo semestre quale proprio rappresentante Ignazio Rocco di Torrepadula, founder e CEO di Credimi.
“Certi che questi siano solo i primi indicatori di un mercato in grado di crescere esponenzialmente e di generare importanti opportunità di lavoro e di sviluppo per l’economia del Paese – ha detto presentando il progetto – tutti gli associati lavoreranno in concerto attraverso ItaliaFintech a progetti specifici di divulgazione della cultura e conoscenza dei servizi Fintech e per supportare le autorità regolamentari nel seguire la rapida evoluzione del settore, garantendo sempre l’adozione dei massimi standard qualitativi a protezione dei clienti. Obiettivi che l’associazione perseguirà anche mettendo a fattor comune del mercato domestico la propria capacità di interazione e confronto con le altre realtà similari a livello internazionale.”