21 dicembre, 2021

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Scritto da: Redazione Opyn

Accordo Opyn-Banca Valsabbina: un nuovo passo verso l’integrazione banca-fintech

La banca territoriale di Brescia erogherà fino a 100 milioni attraverso la modalità fintech di Opyn. Le imprese che potranno aderire hanno dimensioni anche piccole e micro e non ci sono limiti in termini di settori. I prestiti variano da 200mila a 800mila euro, con durata fino a 72 mesi. Ecco perché è una pietra miliare

I clienti delle banche domandano sempre più servizi agili, comodi, fruibili a distanza, in una parola digitali. E le banche si stanno adeguando, ma siamo solo all’inizio del percorso che porterà a una collaborazione stretta con il fintech.

L’accordo che Opyn ha stretto con Banca Valsabbina è in questo senso una importante pietra miliare. L’obiettivo è erogare 100 milioni di euro, utilizzando le tecnologie di Opyn. Banca Valsabbina è la principale Banca popolare di Brescia e opera attraverso una rete territoriale che conta 70 filiali: 45 in provincia di Brescia, 8 in provincia di Verona, 2 a Milano e 15 tra quelle di Bergamo, Bologna, Mantova, Milano, Modena, Monza-Brianza, Padova, Reggio Emilia, Torino, Trento, Treviso, Vicenza, Cesena e Parma. Grazie all’alleanza con Opyn di fatto si dota di una filiale completamente digitale.

Lo stato dell’arte: a che punto è la digitalizzazione delle banche

Una scelta che va nella direzione di assecondare la domanda di famiglie e imprese. Come rilevava già a fine 2020 l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Polimi, sebbene il 51% dei clienti avesse interagito con le banche in digitale in maniera abbastanza soddisfacente, chiedevano una migliore user experience. E si mostravano più aperti ad attori meno tradizionali come produttori di smartphone, siti e-commerce, startup per fruire dei servizi finanziari, in nome dell’agilità.

Quasi un anno dopo, un altro Osservatorio (di Abi Lab con il supporto di PwC) racconta cosa è cambiato: tutte le banche che hanno partecipato alla survey offrono servizi digitali, il 40% app per tablet, il 56% per Mobile e il 16% per Wearable tech. L’assistenza è sempre più smart, con i chatbot (che secondo lo studio, a fine 2021 avranno il 100% delle banche italiane) e quasi tutte offrono già servizi basati su API (il protocollo dal grande potenziale spinto dalla PSD2 il cui uso però è finora limitato all’aggregazione di informazioni). E, ancora, il 68% delle banche offriva già qualche mese fa il digital onboarding (e tutte lo introdurranno entro la fine dell’anno). Per acquistare digitalmente prodotti e servizi bancari servono tecnologie: in particolare quelle che riguardano l’identificazione, la verifica dell’identità e la firma e quelle per emettere rating sul merito di credito, per valutare il livello di rischiosità dei clienti a cui erogare credito.

I dettagli dell’accordo

Grazie alla tecnologia di Opyn, Banca Valsabbina può offrire in modalità fintech – completamente digitale e con erogazione in 24-48 ore – prestiti da 200mila a 800mila euro, con durata fino a 72 mesi, in affiancamento ai prestiti tradizionali. L’offerta del servizio è legata alla territorialità della banca, ma le Pmi che possono accedere sono anche di dimensione micro o piccola (quelle che con le metodologie tradizionali bancarie spesso vengono escluse in base ai parametri di rischiosità fissati dal quadro di Basilea) e trasversalmente a tutti i settori merceologici. La Pmi che ottiene il prestito beneficia del customer care di Opyn nel post-vendita. I finanziamenti sono assistiti dal fondo di garanzia per le Pmi: Opyn è promotore nonché gestore del processo di richiesta della garanzia.

Opyn si occupa dell’intera gestione del processo del credito secondo i criteri condivisi con la banca. I prestiti vengono erogati attraverso il fondo Pmi Be Tech, sottoscritto dalla banca (questo fa sì che nel bilancio della banca non entri un debito ma un titolo). Mettiamo a disposizione della banca tecnologie e persone nell’ottica del software-as-a-service.

Perché è un’operazione importante

Riteniamo che il fatto che una banca del territorio, spesso riferimento cruciale per l’economia reale circostante, abbia scelto con questo format di abbracciare così strettamente il digitale sia oltremodo significativo. Non è la prima operazione di collaborazione (la stessa Opyn ne ha annunciate diverse nel corso dell’ultimo anno), ma è la prima che vede come controparte del fintech una banca tradizionale a tutto tondo. Le operazioni che finora abbiamo potuto osservare erano più focalizzate sulla parte fin: la banca forniva liquidità e il fintech originava i prestiti. La collaborazione di cui parliamo qui invece è spostata sulla parte tech: un operatore bancario che si serve del software-as-a-service del fintech e si occupa in prima persona di originare i prestiti.

Siamo nel futuro.

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