La Cina diventerà sempre più dominante, le tecnologie sempre più smart e la diffusione dei servizi digitali sempre più capillare con un impatto rilevante sull’inclusione finanziaria anche di coloro che sono stati finora emarginati (nei Paesi emergenti). Ecco le dieci tendenze più rilevanti del prossimo decennio
Blockchain e AI, l’avanzata dei Millenial e un banking as a service sempre meno fisico, accessibile anche agli ultimi del mondo. Il FinTech continua a cambiare l’universo finanziario e si avvia a un nuovo decennio rivoluzionario. Le banche tradizionali se ne sono accorte e acquisiscono tecnologie (o direttamente startup) o optano per collaborazioni sempre più strette.
Anche in Italia, dove il trend appare sempre più prossimo a realizzarsi, mentre aumentano le proposte da parte di challenger banks. Cosa succede nel resto del mondo e quali saranno le principali tendenze globali del FinTech nel 2020? Abbiamo provato a immaginarle confrontandoci anche con quello che scrive la stampa di settore internazionale.
- La collaborazione banche-FinTech riporta l’innovazione nella finanza. Le grandi banche sono sempre state una fucina di innovazione, ma negli ultimi dieci anni, complice la crisi e l’attenzione spasmodica alla compliance, il vento è cambiato. Il decennio che inizia nel 2020 potrebbe rappresentare un nuovo punto di svolta: JPMorgan ha già in organico 50.000 esperti di tecnologia, Bank of America è il più grande detentore al mondo di brevetti basati sulla blockchain e tutti gli istituti di credito grandi e piccoli sono alla ricerca di team agili e giovani per sviluppare nuovi servizi digitali. D’altronde non hanno altra scelta: secondo una ricerca del gruppo britannico Caci le visite in filiale diminuiranno del 36% entro il 2022.
- La Cina comanda (non gli Usa). Non sono più gli Usa il faro che detterà i trend del futuro nel FinTech, ma la Cina. A contribuire alla sua posizione di leadership, i numeri. Parliamo di un Paese in cui gli utenti di Internet sono 800 milioni (il 98,6% da mobile), più della popolazione di Usa, Russia, Messico e Giappone messe insieme; e il cui e-commerce vale 740 miliardi di dollari, rispetto ai 561 degli Usa. Il FinTech trova in questo habitat il suo sbocco naturale.
- I Millennial ormai adulti guidano l’offerta. I Millennial (ora 18-38enni) sono la generazione più numerosa della storia e sono molto diversi da chi li ha preceduti: non acquistano case e spesso neanche auto, per un problema di costi e per una mentalità basata sullo sharing. Vivono e lavorano online e vogliono anche effettuare tutte le operazioni finanziarie con la stessa modalità. Poiché sono destinati a diventare eredi di un patrimonio di 30mila miliardi di dollari entro il 2030 (fonte PwC) saranno loro che decideranno come dovrà trasformarsi anche l’offerta bancaria.
- Gli stipendi non esistono più. Non solo perché la crisi ha ridotto la quota di posti fissi in tutto il mondo. Ma perché anche sui salariati residui le banche non possono fare affidamento aspettandosi un flusso di denaro sicuro. Nel mondo anglosassone nascono sempre più startup che offrono la possibilità di ottenere anticipi sulla busta paga (negli Usa Earnin e PayActiv) offrendo anche un servizio di pianificazione finanziaria (Even). Una flessibilità che i clienti apprezzano e che già influenza il modo in cui gestiscono i propri conti corrente: il 72% dei clienti vi accede già principalmente online.
- La via dei soldi porta al FinTech. Il Venture Capital ha investito in FinTech quasi 40 miliardi di dollari nel 2018, il 120% in più rispetto al 2017. Questa raccolta ha permesso alle startup di espandersi in nuove aree. Lo abbiamo sperimentato noi stessi con i prodotti di special finance lanciati nell’ultimo anno e mezzo: quello dedicato ai padronicini, quello per le farmacie e quello per gli Amazon Seller italiani. A proposito di Amazon, il portale dell’e-commerce non è l’unico incumbent tecnologico a essersi lanciato nell’erogazione di prestiti ai suoi seller in America. Della nuova valuta di Facebook si parla già da un po’, tanto per fare un altro esempio.
- AI come commodity. Nel credito alle piccole imprese, le banche hanno abbracciato l’AI per semplificare l’esperienza dei clienti e automatizzare le decisioni di sottoscrizione. L’AI as a service è offerto da Google e Amazon e consente alle banche di incorporare la tecnologia nei propri prodotti senza assumere sviluppatori. L’intelligenza artificiale ha un enorme potenziale per consentire alle banche di offrire un’esperienza di acquisto migliore, più semplice e più veloce. Ed è anche in grado di ridurre i costi operativi del 22% entro il 2030.
- L’avanzata della blockchain. La tecnologia blockchain, dal canto suo, rapida, realmente accessibile da ogni angolo del pianeta e con costi bassi, è davvero in grado di cambiare il mondo delle transazioni finanziarie. Secondo PwC l’88% delle istituzioni finanziarie globali vogliono aumentare le partnership FinTech per incorporare le innovazioni che provengono dal settore e il 77% di esse vuole applicarle nel 2020.
- Regolamentazione sempre più rigida. Proprio l’ingresso della blockchain tra le tecnologie trainanti del FinTech renderà sempre più necessarie regolamentazioni più rigide in tutto il mondo. Nell’era del digital banking, in generale, la protezione dei dati diventerà cruciale e ogni nazione dovrà affrontarla nella maniera più efficace e tempestiva. L’Italia è un mercato fortemente regolamentato con tre organi di vigilanza (Bankitalia, Consob e Oam) che controllano gli operatori a seconda della forma giuridica societaria.
- Lo strumento principe per condurre la lotta al contante. Mobile payment, contactless, mobile wallets: la Gen Y, la prima generazione genuinamente digitale li considera normalità. E se in Italia il contante è ancora amatissimo, nel mondo i pagamenti mobili toccheranno i mille miliardi di dollari in valore nel 2019 mentre le persone che usano i pagamenti contactless saranno 760 milioni nel 2020. Infine, solo nel 2019, si calcola che gli utenti di mobile wallets siano 2,1 miliardi. Opporsi al cambiamento è antistorico.
- La stagione dell’inclusione. Il FinTech non è solo un grosso business ma può anche accelerare l’inclusione finanziaria di gran parte della popolazione che oggi è del tutto esclusa dal banking. Per avvicinare il popolo dei non bancarizzati al FinTech è nata l’Alleanza per l’inclusione finanziaria (AFI), che insieme alla Maya Declation, rappresenta l’impegno di 70 istituzioni finanziarie di Paesi emergenti (che rappresentano il 57% delle popolazione sottobancarizzata) affinché il FinTech faciliti l’accesso ai servizi finanziari di questa parte del mondo.